Due giorni fa quattro orche, tra cui una madre col piccolo, sono state avvistate nelle acque di Genova Voltri, davanti al Porto di Prà, mentre nuotavano tranquille e incuranti dei diportisti che stupefatti le filmavano. Un fatto curioso e inusuale che ha fatto preoccupare qualcuno per la salute degli animali. “Un fatto raro ma non così incredibile” – spiega però Maddalena Jahoda ricercatrice dell’Istituto Tethys, che da trent’anni studia i cetacei in Mediterraneo.
“Dalla fine dell’Ottocento a oggi sono una trentina gli avvistamenti nelle nostre acque e non c’è da stupirsi poi così tanto visto che una popolazione di circa quaranta orche, divise in cinque famiglie, vive proprio fuori da Gibilterra. A volte entrano nello Stretto a inizio estate, seguendo i tonni, ma in questo caso potrebbero essere alla ricerca di altre prede”. Un paio di settimane fa alcuni esemplari di questa specie sono stati avvistati a Cartagena, in Spagna, e, secondo gli esperti, non è escluso che possano essere gli stessi, cosa che cercheranno di verificare foto alla mano.
Cacciatrici provette in tutti i mari del mondo
“Le orche – spiega la Jahoda – non sono assolutamente pericolose per l’uomo, non esistono casi in natura di attacco, se non incidenti in cattività dovuti alle vasche ristrette e a conseguenti movimenti maldestri degli animali che raggiungono i nove metri di lunghezza e le quattro tonnellate di peso (nei maschi.)
Questa specie vive in tutti i mari del mondo ma la cosa che le rende uniche è la loro “specializzazione” nella caccia, diversa da zona a zona e da popolazione a popolazione. Alcuni, infatti, cacciano foche o otarie, altre si nutrono di pesci, e grazie a intelligenza e capacità di apprendimento sfruttano vere e proprie strategie collettive per garantirsi il pasto.”
E presto arriveranno anche a Milano…
Cosa stiano mangiando o facendo le orche a Voltri è ancora un mistero, vero è che al momento gli animali non mostrano segni di malattia o difficoltà.
Proprio per la loro unicità le orche rappresenteranno il “gran finale” del progetto-evento Digital Whales – Balene a Milano, di cui Maddalena Jahoda è responsabile, che ha preso il via lo scorso settembre all’Acquario Civico di Milano; le orche saranno, infatti, le protagoniste in agosto e settembre 2020.
Digital Whales è un progetto interamente digitale realizzato da Istituto Tethys e cooperativa Verdeacqua con il contributo di Fondazione Cariplo: grazie alla realtà aumentata permette di accendere a contenuti multimediali tramite QRcode su sei specie di cetacei differenti e di visualizzarli a grandezza naturale e sul proprio smartphone o tablet. L’animale-simbolo cambia ogni due mesi e dopo l’avvio con il grande capodoglio, dallo scorso 1 dicembre è arrivata la balenottera comune, il più grande animale vivente sulla terra dopo la “cugina” balenottera azzurra.
La visita non ha costi aggiuntivi al normale biglietto d’ingresso dell’acquario ed è adatta a grandi e piccoli, con tantissime curiosità, suoni e video da guardare e ascoltare e materiale “take away” da scaricare a casa. Basta seguire le istruzioni indicate in sede e la visita permetterà di entrare nell’incredibile mondo di balene e delfini direttamente in città.
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